Il conflitto tra Russia e Ucraina può essere compreso non solo come una lotta geopolitica, ma come un classico esempio di scismogenesi simmetrica, un concetto sviluppato dall’antropologo Gregory Bateson.
La scismogenesi descrive un processo di differenziazione nel comportamento di individui o gruppi che porta alla rottura di una relazione stabile.
La scismogenesi simmetrica, in particolare, è un’escalation a spirale in cui ogni parte rispecchia il comportamento dell’altra, portando a un conflitto sempre più intenso.
È una “pragmatica della follia”, dove azioni razionali, quando rispecchiate e amplificate, portano a un esito assurdo e distruttivo.
Un circolo vizioso di escalation !!!
Il rapporto tra Russia e Ucraina è diventato un esempio da manuale di questo ciclo di escalation.
È iniziato con una serie di azioni e reazioni, ciascuna percepita come difensiva da una parte e aggressiva dall’altra.
Le preoccupazioni della Russia per l’espansione a est della NATO, la sua convinzione che l’Ucraina stesse venendo attratta nella sfera occidentale e i suoi legami storici con la regione sono stati accolti dalla determinazione dell’Ucraina di affermare la propria sovranità, forgiare la propria identità e cercare legami più stretti con l’Europa.
Invece di ridurre la tensione, ogni azione ha alimentato una contro-reazione, creando un circolo vizioso di feedback distruttivo:
* L’accumulo militare russo al confine è stato visto dall’Ucraina e dall’Occidente come un preludio a un’invasione, spingendo a un aumento degli aiuti militari e della prontezza.
* La fornitura di equipaggiamento militare occidentale all’Ucraina è stata percepita dalla Russia come una minaccia diretta alla sua sicurezza, giustificando ulteriori azioni militari.
Questa è l’essenza stessa della scismogenesi simmetrica. Ogni parte risponde alle azioni dell’altra con una versione intensificata dello stesso comportamento, creando un feedback positivo che spinge entrambe verso una conclusione catastrofica.
Il crollo della comunicazione
Questa dinamica è rafforzata da un completo crollo della comunicazione e da una radicale divergenza nelle narrazioni. Entrambe le parti hanno costruito le proprie realtà, rendendo quasi impossibile qualsiasi forma di comprensione o compromesso.
* Per la Russia, la guerra è una “operazione militare speciale” per “denazificare” e “smilitarizzare” l’Ucraina, una misura difensiva contro un’alleanza occidentale in espansione.
* Per l’Ucraina, la guerra è una lotta per la sua stessa esistenza, una difesa eroica della propria patria contro un’invasione non provocata e brutale.
Queste narrazioni opposte non sono semplicemente diverse; sono mutualmente esclusive. La verità di una parte invalida quella dell’altra, non lasciando un terreno comune per il dialogo. È qui che la “pragmatica della follia” diventa evidente.
Entrambe le parti operano con un insieme di logiche interne che sembrano razionali per loro ma sono interamente irrazionali da una prospettiva esterna, portando a un risultato—una guerra su vasta scala—che nessun attore sano di mente avrebbe dovuto desiderare.
Rompere il ciclo
L’unico modo per rompere una scismogenesi simmetrica è che una delle parti cambi consapevolmente e deliberatamente il proprio comportamento, interrompendo l’escalation reciproca.
Si tratta di una mossa difficile e ad alto rischio, poiché può essere percepita come una debolezza. Tuttavia, senza una rottura del ciclo, l’unica fine possibile è il crollo del sistema stesso, una distruzione totale che non lascia vincitori.
La sfida nel conflitto tra Russia e Ucraina è che entrambe le parti sono così profondamente investite nei loro ruoli—come difensore e come forza vendicatrice—che rompere il ciclo sembra impossibile.
Eppure, il concetto di scismogenesi simmetrica ci ricorda che il percorso attuale è un circolo vizioso autodistruttivo. Sottolinea l’urgente necessità di un cambiamento pragmatico, allontanandosi dalla follia reciproca verso una nuova forma di comunicazione e una rivalutazione delle premesse fondamentali che hanno portato a questo conflitto devastante. L’unico modo per andare avanti è riconoscere la trappola del comportamento a specchio ed essere i primi ad allontanarsi dal baratro.
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