La diaspora tra Russia e NATO si fonda su motivazioni profonde e storiche, dove ciascuna parte giustifica le proprie posizioni in modo complesso.
Motivazioni della Russia
La Russia vede il progredire dell’espansione NATO verso Est, includendo ex paesi satelliti sovietici, come una minaccia diretta alla propria sicurezza nazionale.
Questo atteggiamento deriva da una lunga storia di insicurezza geopolitica e dalla percezione che NATO voglia accerchiarla militarmente. La Russia ambisce a mantenere una sfera di influenza strategica nell’Europa dell’Est e nelle ex repubbliche sovietiche, che considera essenziali per la propria autonomia strategica e sicurezza.
La decisione di invadere l’Ucraina nel 2022 è stata motivata, tra l’altro, dal timore che Kiev potesse entrare in NATO, portando una presenza militare dell’Alleanza troppo vicina ai confini russi, inaccettabile per Mosca. Inoltre, la storia ricorda come già negli anni ’90, esperti avessero previsto che l’espansione NATO avrebbe causato tensioni e reazioni russe aggressive, esperienza oggi confermata.
Motivazioni della NATO
Dall’altra parte, la NATO si presenta come un’alleanza difensiva creata per garantire la sicurezza collettiva degli Stati membri, soprattutto in Europa, contro eventuali aggressioni.
L’espansione verso est è vista come una naturale aspirazione di sovranità e sicurezza di ex paesi del blocco sovietico, che vogliono assicurarsi protezione contro possibili ritorsioni russe, basandosi sull’articolo 5 del trattato che impegna i membri a difendersi reciprocamente.
La NATO insiste che la sua esistenza e allargamento non sono minacce offensive ma protezioni legittime contro aggressioni esterne e che l’Alleanza incoraggia un ordine internazionale basato su regole condivise, democrazia e sicurezza comune.
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